Giorgio Napolitano Accademico della Crusca honoris causa
Giorgio Napolitano Accademico della Crusca honoris causa
Firenze, 9 novembre 2012.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto ieri al Quirinale una delegazione dell’Accademia della Crusca (guidata dalla Presidente Nicoletta Maraschio, dal Presidente onorario Francesco Sabatini e dalla Vice Presidente Paola Manni), che gli ha conferito il titolo di “Accademico della Crusca honoris causa”. Nell’occasione gli è stata illustrata la manifestazione tenuta il 6 e 7 novembre a Firenze “Piazza delle lingue 2012”, promossa in occasione del IV Centenario della prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca, pubblicato a Venezia nel 1612. La delegazione ha portato in dono al Presidente Napolitano una scelta di volumi appena pubblicati dall’Accademia e dedicati, in particolare, all’evolversi della lingua nazionale in ambito storico, sociale e giuridico, durante i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Dalla delibera del Collegio degli Accademici della Crusca del 6 novembre 2012: «Forte della sua formazione giuridico-politica, egli ha più volte affermato la funzione istituzionale della lingua, collante sociale e forma viva dello spirito della nazione e strumento per conseguire primarie garanzie democratiche nel processo della comunicazione sociale. Con la sua grande sensibilità civile e politica, maturata attraverso la competenza nel diritto e nell’interpretazione dei principi della Carta Costituzionale, ha colto il valore della forza unificatrice e identitaria che l’italiano, lingua di intellettuali e di popolo, ha sempre esercitato nella storia del Paese, al Nord come al Sud. L’italiano è stato lo strumento del dibattito politico che ha portato all’Assemblea Costituente e alla Repubblica, dalla Liberazione a oggi. Il presidente Giorgio Napolitano si è impegnato con grande generosità intellettuale e politica nelle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia: anche in quest’occasione ha messo più volte l’accento sulla funzione della lingua, sollecitando gli italiani a coltivarla con affetto, rispetto e competenza, quanto mai necessari nel serrato confronto con
culture diverse e nel processo di integrazione internazionale»
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