bullizzare
Ambito d’origine: sociologia
Categoria grammaticale: v. trans.
Definizione: sottoporre qualcuno a un trattamento fisicamente, verbalmente o psicologicamente violento, usando eventualmente anche la rete per amplificare l’effetto di umiliazione.
Etimologia: derivato di bullo con il suff. -izzare, con il probabile influsso di to bully trans. ‘to treat in an overbearing manner; to intimidate, overawe’ [‘trattare in modo prepotente; intimidire’].
Prima attestazione: 2000
3.2. La tutela giuridica del lavoratore «bullizzato» in Inghilterra. Anche in Inghilterra lo studio del mobbing (o, meglio, bullying) come fenomeno unitario è una novità recente (Pier Giuseppe Monateri, Marco Bona, Umberto Oliva, Mobbing: vessazioni sul lavoro, Giuffrè, 2000).
Periodo di affermazione: 2016-2017
Presenza sui dizionari
Devoto-Oli 2018, Garzanti 2017, Vocabolario Treccani 2017, Zingarelli 2017
Note
Bullizzare, che sostituisce le locuzioni compiere atti di bullismo (suqualcuno), sottoporre (qualcuno) ad atti di bullismo e, al passivo, subire / essere vittima di atti di bullismo, ha come concorrenti bulleggiare e bullare rivelatisi però meno efficaci.
Oltre a essere in linea con la grande produttività del suffisso -izzare nell’italiano contemporaneo, la voce trova un parallelismo in almeno altri tre verbi con cui condivide tratti del significato: stalkerizzare, mobbizzare (anch’esso recepito dalla lessicografia contemporanea) e nonnizzare, originariamente legato alla pratica del nonnismo delle caserme, sconosciuto alla lessicografia, ma presente nei forum in rete dove si nonnizzano i nuovi iscritti.
Il verbo ha generato il sostantivo bullizzazione, riportato solo nel Nuovo Devoto-Oli, che lo data 2016, e in ZINGARELLI 2018, mentre è assente negli archivi della “Repubblica”, del “Corriere della sera” e della “Stampa”. La rete fornisce poche centinaia di attestazioni (493 compreso il plurale al 16/4/2018), alcune significative per l’ambito in cui si registrano. Non si sono trovate attestazioni su Google libri, ma la rete fornisce almeno cinque occorrenze per il 2015 in articoli e testi informativi, anche a carattere istituzionale.
Diffusione al 15/4/2018
Forme cercate: bullizzare, bullizzava, bullizzavano, bullizzato/-i/-a/-e
Google: 199.880 r.
Corriere della sera: 24 r. totali (2014: 1 r.; 2016: 8 r.; 2017: 10 r.; 2018 [1/1- 31/3]: 4 r.); p.a. 2014
Repubblica: 32 r. totali (2007: 1 r; 2013: 6 r.; 2016: 8 r.; 2017: 18 r.; 2018 [1/1- 31/3]: 5 r.); p.a. 2007
Stampa: 44 r. totali (2015: 1 r.; 2016: 5 r.; 2017: 26 r.; 2018 [1/1- 31/3]: 12 r.); p.a. 2015
Esempi d’uso
- Matteo, studente modello, che gli amici deridevano dicendogli "sei gay". E lui, nove giorni fa, si è ucciso. […] Perché spiega Alessandro Galvani, ex ragazzino gay "bullizzato" come dice lui stesso e oggi segretario dell’associazione, «se la scuola e i coetanei sono ostili al teenager gay, la famiglia può essere un muro invalicabile […]» (Maria Novella De Luca, l dolore di scoprirsi gay adolescenti, il 60% si rifiuta “la Repubblica”, 11/4/2007).
- I protagonisti: vittime, bulli, spettatori. La violenza giovanile riguarda comportamenti dannosi che possono iniziare in giovane età e proseguire fino all’età adulta. Le persone coinvolte possono essere vittime, aggressori o spettatori di quanto accade. Rientrano in una classificazione di “violenza giovanile” diversi tipi di comportamenti: alcuni comportamenti aggressivi, come bullizzare, schiaffeggiare o spintonare qualcuno, possono causare ferite emotive più profonde di quelle fisiche. Altri comportamenti, come rubare o aggredire, possono provocare anche seri danni fisici (Bullismo, bersagli senza difese: "Ma non lasciamoli soli" - Il dossier di Telefono Azzurro sul bullismo e il cyberbullismo. Il lavoro degli operatori del Centro Nazionale di Ascolto 1.96.96, Repubblica.it, 19/9/2016).
- Quali conseguenze. È importante non sottovalutare il problema ed agire tempestivamente, poiché le conseguenze del fenomeno sul piano psicologico, sia a breve che a lungo termine, possono essere gravi sia per le vittime, sia per i bulli e per gli osservatori, come i dati sopra riportati evidenziano. Diversi studi internazionali indicano come esperienze (dirette o indirette) di bullismo sono associate ad una maggiore probabilità di incorrere in difficoltà comportamentali, emotive o di adattamento. Gli adolescenti che bullizzano i propri pari hanno una maggiore probabilità di sviluppare comportamenti devianti o delinquenziali, hanno minori performance scolastiche, sono più a rischio di drop-out scolastico e hanno maggiori probabilità di portare a scuola armi o oggetti pericolosi per l’incolumità propria o altrui (Ibidem).
a cura di
Matilde Paoli
- Per saperne di più leggi l’articolo di approfondimento I bulli bulleggiano, bullano o bullizzano?, “Italiano digitale”, IV, 2018/1, pp. 92-97
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