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G. Fanello Marcucci, C. Marazzini, G. Di Leo e N. Maraschio
Il presidente Claudio Marazzini con Claudia Arletti e Mario Calabresi
Da sinistra: Benedetti, Givone, Benintende, Maraschio, Ravenni, Lavia
XII Convegno ASLI

ghosting


rete, nuovi media

Ambito d'origine: nuovi media, social media

 

Categoria grammaticale: sost. m. inv.

 

Definizione: comportamento di chi decide di interrompere bruscamente e senza spiegazioni una relazione (per lo più sentimentale, ma anche di amicizia o lavorativa) e di scomparire dalla vita della persona con cui si intratteneva tale relazione, rendendosi irreperibile

 

Etimologia: prestito integrale dall’inglese ghosting, formato dal verbo (to) ghost ‘muoversi di soppiatto, come un fantasma’ con l’aggiunta del suff. -ing proprio del gerundio

 

Prima attestazione: 2014

"Fra il basito e il deluso prendete atto che l’uomo in questione è evidentemente un assiduo praticante del cosidetto “ghosting” (beati gli inglesi che hanno una parola per tutto!), ovvero dell’arte di cancellare le proprie tracce e svanire lasciando il partner con un pugno di mosche e tanti punti interrogativi" (Costanza Mauro, L’uomo fantasma, il nuovo nemico per le single 2.0, Pianetadonna.it, 3/11/2014).

 

Presenza sui dizionari

nessuna

 

*Treccani Neologismi 2015

 

Diffusione al 16/04/2018:

Google: 99.000 r. [ma cfr. Note]

Corriere della Sera: 7 r. (2 del 2015, 2 del 2016, 3 del 2017)

Repubblica: 6r. (5 del 2015, 1 del 2018)

Stampa: 7 r. (2 del 2015, 2 del 2017, 3 del 2018)

 

Note

La parola ghosting, nel significato considerato, figura sporadicamente in alcuni testi in italiano già nel 2014; nei primi mesi del 2015 compare fra le parole chiave dell’epoca contemporanea commentate nell’Atlante delle cose nuove da Andrea Girolami, esperto di tecnologie e comunicazione. Tuttavia, ghosting comincia a diffondersi in modo più ampio nella nostra lingua a partire dalla seconda metà del 2015, in seguito alla traduzione di un articolo del “New York Times” in cui si descriveva il fenomeno prendendo spunto dalla rottura del rapporto tra due celebrità hollywoodiane, Sean Penn e Charlize Theron: quest’ultima avrebbe infatti lasciato il compagno e collega proprio facendo ghosting, smettendo di rispondere alle sue chiamate e ai suoi sms. L’argomento viene immediatamente ripreso dai principali quotidiani nazionali, commentato sui social network e affrontato in diversi blog, riviste femminili e altre pubblicazioni online, che da allora periodicamente ripropongono il tema per spiegare in che cosa consista esattamente il fenomeno del ghosting, che pur non rappresentando una novità nella storia dei rapporti umani, con l’avvento dei social media è divenuto più frequente e socialmente rilevante, contribuendo così anche alla notevole diffusione della parola.

Ghosting e la corrispondente locuzione verbale fare ghosting entrano così a far parte del vocabolario delle relazioni sentimentali nell’epoca di Internet, presto affiancate da espressioni analoghe formate con altri suffissati inglesi in -ing (benchingzombieingbreadcrumbing, ecc.), la cui circolazione è però molto più limitata e per il momento circoscritta alla rete.

Come possibili traducenti italiani dell’espressione fare ghosting, diverse sono state le proposte avanzate in rete: dai semplici calchi verbali quali fantasmare e fantasmizzarsi (neologismi a tutti gli effetti),alle più ampie perifrasi dileguarsi come un fantasma, fare come un fantasma, diventare un fantasma e simili, fino al più fantasioso farsi di nebbia. Nessuna di queste possibili alternative si è però affermata nell’uso, in quanto, come spesso accade, la forma inglese viene percepita come più sintetica e immediata (e di conseguenza anche più efficace), dei possibili corrispondenti italiani.

Infine, nel valutare i dati sulla diffusione di ghosting ricavabili dall’interrogazione di motori di ricerca come Google, bisogna tener presente che la parola in questione è attestata in italiano anche con altri significati (nel campo delle tecnologie digitali o in ambito medico-oculistico, per esempio, la locuzione effetto ghosting è usata per indicare particolari effetti ottici): di conseguenza, il dato complessivo che emerge dalla ricerca di ghosting su Google si riferisce alla forma in tutti i suoi significati e non solo al significato qui descritto.

 

Esempi d’uso:

  • "Un fenomeno, quello di fare o subire ghosting (letteralmente «fantasmare» o essere «fantasmati» da qualcuno), entrato di recente nel vocabolario comune, grazie anche all’uso/abuso di questa parola per definire quando solo una delle due parti (che sia amore/lavoro o amicizia) scompare dal rapporto, senza nemmeno uno straccio di lettera d’addio" (Carlotta Clerici, Ghosting, ovvero come diventare fantasmi: quelli che spariscono, Corriere.it, sez. Cultura, 7/5/2016).  
  • "Se un amico, oppure il vostro partner, nel bel mezzo della vostra “intesa relazionale” sparisce nel nulla senza lasciar traccia, questo fenomeno ha un nome e anche una spiegazione scientifica ben precisa: il “ghosting”. Questo termine, che in inglese significa ‘diventare un fantasma’, è il nuovo fenomeno che dilaga nell’era della connessione globale per troncare ogni rapporto, che sia di amicizia o di coppia" (Patrizia Paciocco, Il fenomeno del ‘ghosting’, per dire addio a una persona sparendo nel nulla, Blasting News, 17/2/2017).
  • "Squilli a vuoto sul cellulare; messaggi forse mai giunti a destinazione su WhatsApp; un punto interrogativo al posto dell’abituale cerchietto verde o giallo su Skype; il nome cancellato dall’elenco dei follower su Twitter e Instagram. Nell’universo iperconnesso degli amori 4.0, il ghosting è il modo più crudele di dirsi addio" (Fabio Sindici, Fantasmi. Così finiscono gli amori 4.0, Stampa.it, sez. Società, 2/1/2018).
  • "Ma è proprio la stessa [persona] che all’improvviso decide di dileguarsi come un fantasma. Quello che ha fatto si chiama ghosting ed è un fenomeno che identifica le situazioni in cui una delle parti scompare dal rapporto senza nemmeno un addio. Non ha voglia di affrontare la questione di persona, ma si limita a un messaggio (sfruttando magari anche WhatsApp o altri social" (Maila Daniela Tritto, L’amore ai tempi dei Millennials: cos’è il ghosting e come reagire, FoxLife.it, 12/3/2018).

 

Sara Giovine

 

 

24 gennaio 2019

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