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La presentazione dei lavori di restauro della Grotta degli animali
Passeggiate d'autore: "Claudio Tolomei, umanista del Cinquecento"
Andrea de Rosa
Il presidente della Repubblica nella Sala delle Pale

impiattare*


First evidence: 
1976

Definizione: Disporre con cura ed eleganza una vivanda nel piatto, per poi servirla

 

Il verbo impiattare, in unione al sostantivo impiattamento e all’aggettivo impiattato, è ormai immancabile in qualsiasi programma televisivo che si occupi di cucina. È lecito quindi chiedersi da dove derivi e quale sia la ragione di tale diffusione. Si tratta di un verbo che si forma comunemente partendo dal sostantivo piatto legato alla terminazione –are della prima coniugazione verbale (la più utilizzata nelle nuove formazioni lessicali). I maggiori dizionari lo attestano solo a partire da anni recenti: impiattare entra infatti nello ZINGARELLI 2013, nel Devoto-Oli 2014 e nel Garzanti online. Il significato non è semplicemente quello neutro di ‘mettere una pietanza nel piatto’, ma assume una connotazione di tipo estetico: per essere servite, le vivande vengono adagiate nel piatto in maniera accurata, con molta attenzione alla presentazione. Siamo di fronte, infatti, ad una parola appartenente al mondo della ristorazione, nel quale assume fondamentale importanza anche l’aspetto esteriore del cibo; non a caso il Treccani 2014 ne spiega il significato delimitandone l’ambito d’uso: “Nel linguaggio della ristorazione”. In realtà, in questo ambito specifico, impiattare si caratterizza come termine non nuovo, anzi, proprio degli usi linguistici di base del settore. La sua recente, massiccia diffusione è piuttosto da attribuire all’uso frequentissimo che se ne fa nelle decine di trasmissioni culinarie che negli ultimi anni hanno popolato i palinsesti delle varie emittenti televisive; in tale contesto è infatti necessaria una maggiore immediatezza e rapidità di linguaggio, pienamente raggiungibili grazie ad un solo verbo rispetto alle forme perifrastiche come mettere o disporre nel piatto. Possiamo trovare prove di questo incremento d’uso nei dati ricavati sul web (luogo di osservazione essenziale delle novità lessicali) dal motore di ricerca Google che, fino a metà degli anni Duemila, registra pochissime attestazioni, le quali poi subiscono un aumento considerevole fino ad oggi.

 

Attestazioni:

 

Attestazioni lessicografiche:

Zingarelli 2013

Devoto-Oli 2014

Garzanti online

Treccani 2014

 

 

[a cura di Irene Pompeo e Benedetta Salvi]

14 September 2015